Descripción
OPERAZIONE MEDIATICA
Commento
Come tutte le opere di Silvano Battimiello, anche ?l?OPERAZIONE MEDIATICA? suscita perplessità e sconcerto per l?uso di immagini forti, che scompaginano gli schemi culturali di massa, causando non poche difficoltà anche ad un osservatore disinibito.
Il suo stile iperrealista gli dà la possibilità di spaziare nella narrazione e l?impiego disinvolto di personaggi facenti parte di uno scenario squisitamente religioso gli conferiscono un alone di audacia, che può incutere diffidenza, ma ciò che in un primo momento appare dissacrante, si rivela, invece, per essere una esaltante, se non fanatica, consacrazione.
La scena rappresentata è una denuncia spietata e brutale del mondo dei mass ? media e dell?informazione, che strumentalizzando qualsiasi situazione, anche quella più drammatica, tendono a SCIPPARE dai protagonisti l?intensa emozione vissuta, per poi riproporla, sotto la forma aulica di ?notizia?, imbellettata dal ?dovere dell?informazione?.
Svuotata, però, della sua umanità viene data in pasto ad un pubblico di inconsapevoli commensali ad un macabro banchetto, dove si divorano fetidi cadaveri, indorati da melliflui francesismi.
Eppure, a ben vedere, a questo scippo, a questo crimine, si attribuisce addirittura il compito politico di salvaguardare la democrazia, non più garantita dal rispetto della legge, ma retta dalla spregiudicatezza e dalla mistificazione.
Se i nostri mass ? media moderni avessero fatto un passo indietro nel tempo e si fossero trovati sul Golgota, certamente avrebbero prodotto quello spettacolo indecoroso di affollare la bocca del Divino Morituro di microfoni multicolorati, di varie dimensioni e foggia, tutti tesi a catturare l?esalazione dell?ultimo respiro e fare le classiche domande idiote: ?Cosa pensa di Pilato??, ?Perché hanno preferito Barabba a Lei??, ?Perdonerà tutti, come ha sempre affermato?? ecc. ecc.
Tutti, comunque, pronti a strumentalizzare le dichiarazioni per farne merce di scambio, in un mercato delle menzogne e della confusione, in cui sguazzare per trarne subdoli benefici e guadagni meschini.
Ma Battimiello ci indica anche l?ancora di salvezza rappresentata da quella espressione di titubanza, di ritrosia, da quell?aria spaesata, che stampa sul volto del Cristo, come di uno che vuol comprendere prima di agire.
Pur sofferente, trova la forza di resistere a quel branco di lupi famelici, che sente sul collo, pronti a ghermirlo.
E da qui anche l?elemento escatologico, anch?esso caratteristico dell?attività artistica del nostro, che, anche con questa opera, non rinuncia a ciò che ritiene quasi una missione, cioè quella di divulgare il messaggio della continenza, della moderazione, del rifiuto degli eccessi sfrenati e della trasgressione, inteso in tutti i sensi ed in tutti i luoghi, e che si traduce in una ricerca ossessiva della castità e della parsimonia.
Messaggio, se si vuole, stantio ed antiquato, per certi aspetti inquinato da una vena di ipocrisia, dovuta ai quotidiani compromessi, ma fortemente e certamente pregnante e riconducibile a ciò che Battimiello è stato in passato, a ciò che è, e, forse sarà.
La nitidezza delle immagini, il tratto asciutto e pulito e lo stile ritrattistico, agevolano la visione del quadro e fanno superare quell?attimo di incertezza causato dai personaggi impiegati. Si viene presi da una inconsapevole ricerca di particolari, che si scoprono riprodotti in maniera fotografica, e se ne rimane stupiti e meravigliati, quasi increduli, di fronte a tale maestria da far suscitare uno spontaneo apprezzamento e riconoscimento della valenza delle opere e della attività di Silvano Battimiello.
Giuseppe Benincaso